Il termine “inossidabile” è concettualmente errato e non corrisponde alla vera natura dell’acciaio inox. Gli acciai inossidabili, in realtà, a livello chimico e molecolare sono “ossidabilissimi”, ovvero hanno la capacità di ricoprirsi di uno strato di ossido invisibile ed estremamente sottile che protegge il metallo sottostante dagli attacchi corrosivi (tale fenomeno è più correttamente detto “processo di passivazione”). La parola “ossido” viene utilizzata infatti, per correttamente indicare che il processo di creazione del film anticorrosivo (il processo di passivazione), avviene grazie all’ossigeno atmosferico. 

Perché quindi, la dicitura italiana inossidabile? La parola italiana “inossidabile” deriva da “inox” che deriva a sua volta dal francese “inoxydable”. Non è quindi, come molti pensano, di derivazione inglese, infatti, in inglese, l’acciaio inox è detto “stainless steel”, ovvero – tradotto letteralmente -, “senza macchia” ed è forse questa la definizione e il concetto migliori, per descrivere l’acciaio inossidabile. Il senso della parola inossidabile, ovvero che non ossida, è quindi legato non all’assenza del processo di ossidazione (o passivazione) che è propria e indispensabile negli acciai inox, ma al concetto che nei metalli meno nobili (l’ acciaio ferritico, che comunemente viene detto “ferro”) la ruggine, è generata a partire proprio dal processo di ossidazione (dal contatto con aria e acqua atmosferici ad esempio), cosa che negli acciai inox non avviene, perché in essi, l’ossidazione, è ciò che genera il film protettivo (stato passivato) che evita la formazione di ruggine, macchie, ed alterazioni della superficie in genere. 

L’acciaio inox ossida, tuttavia, se opportunamente manutenuto, non corrode!