QUALCHE DUBBIO?
Leggi le risposte a domande frequenti e curiosità sull’acciaio inox
Il termine “inossidabile” è concettualmente errato e non corrisponde alla vera natura dell’acciaio inox. Gli acciai inossidabili, in realtà, a livello chimico e molecolare sono “ossidabilissimi”, ovvero hanno la capacità di ricoprirsi di uno strato di ossido invisibile ed estremamente sottile che protegge il metallo sottostante dagli attacchi corrosivi (tale fenomeno è più correttamente detto “processo di passivazione”). La parola “ossido” viene utilizzata infatti, per correttamente indicare che il processo di creazione del film anticorrosivo (il processo di passivazione), avviene grazie all’ossigeno atmosferico.
Perché quindi, la dicitura italiana inossidabile? La parola italiana “inossidabile” deriva da “inox” che deriva a sua volta dal francese “inoxydable”. Non è quindi, come molti pensano, di derivazione inglese, infatti, in inglese, l’acciaio inox è detto “stainless steel”, ovvero – tradotto letteralmente -, “senza macchia” ed è forse questa la definizione e il concetto migliori, per descrivere l’acciaio inossidabile. Il senso della parola inossidabile, ovvero che non ossida, è quindi legato non all’assenza del processo di ossidazione (o passivazione) che è propria e indispensabile negli acciai inox, ma al concetto che nei metalli meno nobili (l’ acciaio ferritico, che comunemente viene detto “ferro”) la ruggine, è generata a partire proprio dal processo di ossidazione (dal contatto con aria e acqua atmosferici ad esempio), cosa che negli acciai inox non avviene, perché in essi, l’ossidazione, è ciò che genera il film protettivo (stato passivato) che evita la formazione di ruggine, macchie, ed alterazioni della superficie in genere.
L’acciaio inox ossida, tuttavia, se opportunamente manutenuto, non corrode!
Diciamo così: gli acciai inossidabili contengono degli elementi chimici grazie quali viene a generarsi il film di passivazione che li protegge dagli agenti atmosferici (vedi sopra). Ciò non corrisponde al concetto di durata “in aeternum” nelle medesime condizioni nelle quali il materiale si trovava, ad esempio, al momento della posa in opera, ma grazie alla capacità del film protettivo di passivazione di “auto-cicatrizzare”, ovvero di ricrearsi anche se accidentalmente danneggiato, si può affermare che con delle semplici manutenzioni e qualche piccola accortezza, i manufatti in acciaio inox possono in realtà durare per sempre.
Quindi, fermo restando che non esiste nulla al mondo che non necessiti di manutenzione, l’acciaio inox è sicuramente il materiale che da meno “pensieri”.
Se pensiamo ad un manufatto metallico prodotto in acciaio non inossidabile, il comunemente detto “ferro”, dobbiamo pensare che, per evitare fenomeni di arrugginimento, solitamente questi acciai vengono trattati a livello galvanico (zincatura), opoure a livello di altri trattamenti elettrolitici, o, ancora, nella maniera molto più comunemente diffusa, con delle verniciature adeguate, su tutte, la verniciatura a polvere poliestere.
Tuttavia, una volta innescato – per le più svariate ragioni – il processo di arrugginimento, su questo tipo di manufatti non c’è nulla che possa veramente arrestarlo, di conseguenza, il manufatto per quanto adeguatamente trattato in superficie, sarà destinato – prima o poi- a corrompersi e il film protettivo con il quale è stato trattato, sarà destinato a rompersi e l’arrugginimento sottostante, sarà destinato ad emergere intaccando il pezzo e portarlo, nei casi peggiori, ad una completa impossibilità di utilizzo oltre a renderlo esteticamente sgradevole.
Il film protettivo di passivazione è uno strato superficiale sottilissimo, nell’ordine dei 0,3-5 nanometri (1 nanometro corrisponde a 0,000006 millimetri!!).
Qualsiasi urto accidentale potrebbe rompere questo strato abbastanza facilmente (una caduta da una certa altezza o l’urto con un oggetto contundente), tuttavia, la capacità di “auto-cicatrizzare” e di ripristinare il suo strato passivato (il nostro film protettivo) consente al materiale di tornare in breve tempo ad essere nuovamente protetto dagli agenti atmosferici aggressivi ed il tutto, nell’arco, mediamente, di circa 48 ore.
Non è esatto. Come è già stato fatto notare in precedenza, non c’è nessun manufatto prodotto al mondo che non necessiti di una qualche manutenzione.
L’acciaio inox, con la sua capacità di auto-rigenerare lo strato passivato, ovvero il suo naturale film di protezione, ha il grande vantaggio di auto-manutenersi e quindi limitare il più possibile interventi di manutenzione e/o di rendere tali interventi, estremamente semplici rispetto ad interventi che potrebbero invece essere più gravosi su manufatti realizzati con degli acciai non inossidabili, dove, in presenza di esposizioni ad agenti atmosferici particolarmente aggressivi, non è nemmeno possibile, in molti casi, intervenire.
Fermo restando che l’installazione di qualsiasi manufatto può portare dei problemi al manufatto stesso indipendenti dalla tipologia e dalla qualità del materiale, si deve notare che ci sono molte varianti dell’acciaio inox che rispondono ad esigenze specifiche, dettate soprattutto dall’ambiente nel quale il manufatto stesso viene installato.
Senza voler entrare troppo nel dettaglio possiamo dire che normalmente, vengono considerati acciai con buone ottime caratteristiche di resistenza alla corrosione, gli acciai della cosiddetta serie “AISI 300”, in particolare l’AISI 304 e l’AISI 316. È importante quindi capire se si sono scelti questi tipi di acciaio in presenza, ad esempio, di aree geografiche soggette ad alta salinità atmosferica, altrimenti si rischia di veder vanificato ogni sforzo fatto per evitare il problema della ruggine.
A partire dal 2016, la scelta di Didieffe si è orientata all’ AISI 316 (e precisamente qualità migliore di tale acciaio, il cosiddetto tipo “L”), superando il problema del maggior costo che fino ad allora aveva spostato la scelta verso un acciaio leggermente inferiore come il 304L.
È fondamentale sottolineare questa politica è dovuta soprattutto a dinamiche legate alla qualità della materia prima reperibile nel mercato. Da qualche anno infatti, le “maglie” dei regolamenti internazionali (standard ISO ad esempio) che determinavano il grado di purezza che l’acciaio inox doveva avere per essere considerato di una serie piuttosto che di un’altra, si erano molto allargate, consentendo anche ad acciai con caratteristiche chimiche non adeguate, di entrare a far parte della serie 304.
Al fine quindi di non rischiare di fornire un prodotto non adeguato, che potesse in qualche maniera non presentare le caratteristiche necessarie al proprio scopo, si è deciso di passare alla serie 316L. Cosi facendo, e riuscendo a ridurre taluni costi di produzione – senza quindi riversare sul cliente il maggior costo della materia prima -, abbiamo potuto proporre un prodotto che è oggi, assoluta eccellenza nel settore.
Ricordiamo infatti, che la serie 316 (o 316L), è indicata soprattutto per la produzioni di manufatti nell’industria navale (in inglese infatti, l’acciaio inox AISI 316 o 316L, viene anche detto “Marine grade”) ove il prodotto finito viene a contatto costante con le condizioni più estreme che ci possano essere.
Decisamente no! Se volessimo fare un paragone, potremmo chiederci: è sufficiente scegliere i migliori ingredienti, per preparare una portata da ristorante stellato? Ovviamente no… Oltre alla scelta del miglior materiale possibile, serve comprendere quali sono gli “inconvenienti” che si celano dietro al processo produttivo. L’acciaio inox, come praticamente tutti i materiali metallici (e non), è infatti suscettibile alle lavorazioni che vengono su di esso praticate. Il materiale si fa quindi “alterare” durante tutte le lavorazioni: è quindi sensibile alla temperatura, alla pressione, al taglio e così via.
L’apporto di queste fasi di lavoro, altera la struttura molecolare del materiale stesso e, se non opportunamente trattata, ciò può causare, già nel breve periodo, risultati inattesi e indesiderati dal punti di vista delle performance.
Il nostro ciclo produttivo certificato infatti, prevede una serie di trattamenti funzionali al ripristino e all’ottimizzazione della composizione molecolare del materiale.
Gli acciai austenitici (l’AISI 304 e l’AISI 316, su tutti), sono “a-magnetici”, ovvero non si fanno, allo stato ricotto (ovvero allo stato nel quale il materiale viene da noi lavorato), permeare da campi magnetici, di conseguenza, se prendessimo un pezzo di acciaio inox ove non sono state eseguite lavorazioni di alcun tipo, su di esso un magnete non si attaccherebbe.
Tuttavia, sono molte le lavorazioni che vengono eseguite sul materiale (pensiamo al taglio, alla piegatura o alla fusione, se pariamo di componenti geometricamente complessi) e, in generale, tutte le deformazioni plastiche, conferiscono un certo livello di permeabilità magnetica al manufatto. Non è quindi raro osservare che, specialmente in prossimità di una piega o su particolare realizzato per fusione, una calamita possa tendere ad attaccarsi.
Ciò non è certamente da considerare come indice di scarsa qualità dell’inox, anzi, va messo in luce che questo test può causare spesso malintesi e fraintendimenti in merito al concetto di qualità del materiale.
Senz’altro i costi di manutenzione. Tali costi sono il vero punto focale sul quale si dovrebbe basare il criterio di scelta tra una ferramenta in acciaio inox e una in acciaio tradizionale (ferro).
In zone limitrofe al mare, agenti diversi dalla semplice umidità atmosferica e dalla pioggia (ad esempio, la salsedine) agiscono in maniera aggressiva sui materiali metallici.
In tali aree, la nostra esperienza decennale indica una media di al massimo 8-10 mesi di durata della ferramenta in condizioni accettabili, dopo di che, in maniera i taluni casi anche repentina, i trattamenti superficiali di della ferramenta tradizionale, iniziano a risultare non più efficaci per proteggere il manufatto dalla corrosione.
Dover intervenire sulla ferramenta arrugginita spesso è un lavoro senza via d’uscita. La ruggine, una volta formatasi, può essere inizialmente rimossa, ma il processo di corrosione profonda è irreversibile. Tali manufatti – peraltro in un tempo di volta in volta più breve tra una manutenzione e l’altra – torneranno ad arrugginire, con conseguenti costi per la gestione dell’intervento di manutenzione. Il minor costo di una ferramenta tradizione in fase di acquisto, viene quindi, nel giro di pochi mesi, vanificato dai costi di manutenzione necessari al ripristino della ferramenta stessa.
Didieffe produce la sua ferramenta inox dal 2002. Alcuni anni più tardi, consapevoli che il mercato della ferramenta in genere si stava orientando con sempre maggior interesse per soluzioni con un livello di qualità elevato, abbiamo deciso di unificare sotto un unico e riconoscibile marchio, tutta la nostra gamma.
Oggi, il nostro marchio HÌNOX, è garanzia di un procedimento produttivo conforme allo stato dell’arte della lavorazione dell’acciaio inox, pensato per le applicazioni più “estreme” dal punto di vista delle condizioni atmosferiche di destinazione.
È indiscutibile che l’acciaio inox trovi il maggior il proprio maggior significato, nell’applicazione in prossimità di zone marine. Tra tutti gli agenti atmosferici che possono intaccare un qualsiasi manufatto metallico, la salsedine (in quanto composta in larga parte da cloruro di sodio, nemico del metallo) è sicuramente quello più pericoloso.
Tuttavia, se consideriamo un manufatto metallico non realizzato in acciaio inox, e diamo per scontato che questo venga quantomeno verniciato al fine di proteggerlo dalla possibilità di arrugginimento, dobbiamo tener conto che, anche in zone non prossime al mare agiscono altri fattori ambientali. Si pensi ad esempio alle polveri sottili o allo smog in generale delle grandi città. Il particolato atmosferico, composto da sostanze che sappiamo essere molto inquinanti e dannose per la salute, è costituito anche da elementi chimici con proprietà corrosive (come l’anidride solforosa e il biossido di azoto). Tali polveri, si depositano sulla ferramenta e, sicuramente con tempistiche più lunghe rispetto a quelle che può determinare la salsedine marina, iniziano un processo di distruzione del film di vernice che ricopre il manufatto. Da qui, il processo di arrugginimento del materiale sottostante è cosa ovvia e scontata.
Si riscontrano inoltre altre motivazioni legate alla tutela ambientale, infatti, l’acciaio inox -salvo che non sia diversamente richiesto- non necessita di trattamenti di galvanizzazione o verniciatura, impattanti sull’ambiente naturale ed è, a tutti gli effetti, riciclabile al 100%.
Sicuramente si. Come per la ferramenta in ferro, tutti i nostri accessori in acciaio inox, si possono verniciare con la medesima qualità di sempre attraverso la normale verniciatura industriale a polvere poliestere.
Ogni persiana può quindi avere la ferramenta del colore RAL desiderato.

Gli ambienti produttivi sono “isolati” dal resto delle postazioni lavorative per evitare che impurità o scarti entrino a contatto con il manufatto.
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